Dopo gli anni più oscuri dell’immediato primo dopoguerra e gli eventi assai burrascosi che nel 1921 agitarono i quartieri più popolari città, per Firenze il 1922 rappresentò un’anno di grande fermento sociale e di manifesta voglia di associazionismo. In quel fervore di rinnovamento, nobilitato anche dalle spiccate ambizioni a rendere migliore la propria comunità, iniziò la storia di un’associazione destinata a segnare nel profondo le fortune sportive della città del giglio.
Già dall’anno precedente un nucleo eterogeneo, per età e per censo sociale, di giovanotti abitanti nel popolare rione della Colonna e appartenenti alla comunità parrocchiale di Ricorboli, condividendo una forte passione per il football, finirono per entrare in conflitto con il burbero Priore che guidava la comunità religiosa e che imponeva a quei giovani e giovanissimi la frequentazione del catechismo e di ogni altra funzione per guadagnare l’accesso al piccolo ma frequentato campo da gioco del suo oratorio.
Ebbene, questo nucleo di giovani indispettiti da quelle rigide pretese, misero gli occhi su un luogo, non troppo distante, dove poter sfogare la propria laica voglia di calcio e anche quella di legittimare e mettere su carta la propria dissidenza: associandosi. Una cosa per volta però. Dapprima, nei mesi, intrufolandosi di soppiatto nella quiete di quella discarica comunale che aveva accolto, nella depressione naturale del fosso di Gamberaia, le macerie provenienti dalla ristrutturazione del centro storico progettata dal Poggi per Firenze Capitale. Là nella curva più profonda dello splendido Viale dei Colli, anch’esso pensato e realizzato per elevare la città al livello delle principali capitali europee di fine ‘800. Poi, spianato e livellato il terreno, chiesero ed ottennero dall’Amministrazione comunale un permesso ufficiale per accedervi. Il resto è scritto nella storia.
Il 14 Aprile del 1922 diciotto appassionati di sport, che avevano già messo alle spalle – e nei calli delle mani – un duro lavoro di bonifica, si riunirono, ospiti della Rari Nantes Florentia, per stendere l’atto costitutivo della loro nuova associazione. Sarebbe stata polisportiva. Si sarebbe chiamata A.S.S.I., acronimo di Arno Società Sportiva Italiana, che parve a tutti loro di ottimo auspicio. Si impegnava a promuovere la conoscenza e la pratica a dello sport, non solo per i fini squisitamente agonistici, ma anche per incidere sulla percezione della qualità della vita sul proprio territorio, del proprio quartiere, della propria città. Impegno nobile, mai tradito dalle dirigenze che si sono passate il testimone nel corso dei 98 anni di vita della società biancorossa.
Alla fine di quel 1922 i diciotto soci fondatori erano diventati oltre duecento, appassionati non solo del calcio, ma anche del ciclismo, della scherma, della lotta e del pugilato, del tamburello e della ginnastica, del podismo. Dal 1928 in poi il campo sportivo degli A.S.S.I. venne trasformato gradualmente, ma con una imponente ristrutturazione, nel campo di Atletica leggera più bello e suggestivo d’Europa, incastonato come una pietra preziosa nel diadema della più bella passeggiata panoramica sulla città dell’arte. Merito del marchese Luigi Ridolfi che desiderava fortemente che Firenze divenisse finalmente protagonista assoluta delle vicende sportive nazionali. Due i suoi principali amori: il calcio e l’atletica. Nel primo riuscì a far nascere, dopo molti anni di infruttuosi tentativi, una società in grado di accedere al massimo campionato nazionale, la serieA, la Fiorentina. Nel secondo generò con una fusione quella Giglio Rosso che fu capace di vincere cinque scudetti di Campione d’Italia negli Anni Trenta e che ebbe la sua sede nell’impianto sportivo creato dai fondatori dell’ASSI.
E’ questo un incipit davvero molto esteso, fin troppo, ma che non può andare certo oltre. La storia di questa associazione sportiva è davvero molto ricca e fortunatamente studiata da attenti ricercatori già da molti anni.
Da oggi, 14 Aprile, con due anni di anticipo sul suo centesimo compleanno, il club del Viale Michelangelo darà il via a una serie di iniziative celebrative che si dipaneranno nei 24 mesi di conto alla rovescia che lo separano dal suo appuntamento con la Storia. Un progetto che comprende iniziative culturali, eventi tematici, mostre iconografiche, la pubblicazione di un volume celebrativo, una serie di appuntamenti che si protrarranno fino agli ultimissimi giorni del 2022.
Sarà una continua sorpresa e speriamo vivamente anche uno stimolo, essere accanto a noi durante questa attesa. Non sarà certo cosa facile – mala tempora currunt – avrebbero recitato i classici, ma nel segno delle grandi tradizioni di questa Associazione, oggi e come ogni qual volta ci siamo trovati in difficoltà, troviamo ispirazione dal motto dannunziano adottato quasi cent’anni fa da quei diciotto soci fondatori – Fatica senza fatica – volenteroso e operoso, leggero ed efficace.
Buon compleanno ASSI Giglio Rosso.